Il Bitcoin è una truffa?

Il Bitcoin è una truffa?

Il Bitcoin è una truffa? La regina delle criptovalute è ormai da mesi al centro di una ridda di voci, spesso incontrollabili. Voci che hanno peraltro una diretta conseguenza sulla sua quotazione, aumentandone in maniera esponenziale la già notevole volatilità.

Basti pensare che in pochi giorni il suo prezzo è prima salito impetuosamente in corrispondenza delle dichiarazioni di Christine Lagarde, Direttore Operativo del Fondo Monetario Internazionale, relative alla sua utilità in termini di sicurezza per le transazioni online e poi sceso in maniera significativa quando è stata resa nota l’inchiesta della procura di New York su 13 exchange di criptovalute.

Attualmente la criptovaluta inventata da Satoshi Nakamoto (considerato un alias da molti) si aggira a cavallo dei 9miladollari, ma all’inizio del mese di febbraio un gruppo di analisti, tra cui Ronnie Moas, ha affermato di attendersi una risalita sino a quota 25mila dollari nel corso dell’anno.

Un vaticinio abbastanza impegnativo, che però sembra anche non del tutto campato in aria, proprio in considerazione dell’andamento altalenante della quotazione del Bitcoin nel corso degli ultimi mesi.

Previsioni che naturalmente hanno un risultato abbastanza prevedibile, ovvero quello di calamitare l’attenzione di investitori alla ricerca di occasioni su cui far convergere i propri risparmi.

Se anche tu hai intenzione di sfruttare questa opportunità, puoi senz’altro provare il trading sulle criptovalute offerto da alcuni noti broker. Bastano ad esempio pochi minuti per iscriversi a IQ Option o a eToro (clicca qui per aprire oggi un conto di trading reale) e iniziare a tradare i CFD su Bitcoin, Ripple, Ethereum, Dash, IOTA e altre divise digitali.

Bitcoin, cos’è e come funziona

Prima di addentrarci in una materia la quale è affascinante, oltre che controversa, occorre spendere qualche parola sul Bitcoin, per cercare di spiegare meglio di cosa si tratti realmente. Il punto di partenza è proprio la sua natura di criptovaluta, ovvero di moneta virtuale decentralizzata.

In altri termini potremmo definirlo come un bene di tipo digitale il quale viene utilizzato come modalità di scambio in una miriade di transazioni che avvengono online ogni giorno.

Come abbiamo detto, si tratta di una moneta virtuale decentralizzata. Cosa vuol dire? Che non è soggetta alle regole di una autorità centrale di tipo istituzionale, bensì a quelle di un protocollo fissato dalla comunità di riferimento, i miners.

I miners sono coloro che estraggono il Bitcoin, ovvero chiudono il blocco del registro (blockchain) che consente di creare nuove monete, venendo remunerati per l’attività prestata. Il numero di Bitcoin che potranno circolare alla fine del processo è già stato fissato a quota 21 milioni, eliminando così il pericolo di inflazione.

Altra caratteristica fondamentale della criptovaluta è il livello di sicurezza e di anonimato delle transazioni. Ad assicurarli è la crittografia, ovvero la tecnica la quale consente di criptare un codice e impedire che possa essere decifrato da altri che non siano il naturale destinatario.

Proprio questa è la caratteristica che ha spinto parti del mondo finanziario tradizionale, e non solo, ad additare il Bitcoin e le altre monete virtuali. L’accusa è di fungere da vera e propria copertura per attività tese a riciclare capitali sporchi.

Una tesi però contrastata dai sostenitori delle cryptocurrency, i quali hanno avuto buon gioco nel ricordare come invece ogni transazione sia registrata sulla blockchain. Proprio essa  renderebbe anzi Bitcoin e le sue sorelle molto più trasparenti dei normali circuiti bancari.

Bitcoin, le critiche sono ricorrenti

Come abbiamo ricordato, il Bitcoin ha fatto il suo esordio nel 2009 e la sua nascita è stata attribuita a Satoshi Nakamoto. La data di esordio della moneta virtuale è però l’unica cosa sicura, ad oggi.

Nessuno infatti conosce realmente il fondatore e proprio questa cortina fumogena intorno alla sua identità è il miglior terreno di coltura per le ipotesi più disparate. Basti pensare ad esempio alle affermazioni fatte qualche mese da Natalya Kasperskaya. La fondatrice della celebre azienda di cybersecurity russa non ha avuto remore nell’affermare la presenza della CIA dietro la nascita del Bitcoin.

In pratica la moneta digitale servirebbe ai servizi segreti statunitensi e di altre potenze occidentali per avere a disposizione risorse senza dover passare per le strettoie della politica. Una ipotesi clamorosa, che però in pratica non è stata smentita da nessuno, con la conseguenza di alimentare le ipotesi e rilanciare la discussione sull’interno comparto.

Se il Bitcoin è nato con questo intento, infatti, anche le accuse lanciate da Davide Serra, il fondatore di Algebris, secondo il quale le monete digitali sarebbero una sorta di lavanderia di capitali di illecita provenienza avrebbero un senso.

Il Bitcoin è una truffa?

Il Bitcoin è una truffa?
Il Bitcoin è una truffa?

Da quanto abbiamo detto sino a questo momento, si può facilmente capire come su Bitcoin e Altcoin continui ad aleggiare un clima di diffuso scetticismo. Tanto da spingere molti a chiedersi se il Bitcoin è una truffa.

Lo scetticismo, però, sembra stia lentamente cedendo terreno ad un atteggiamento molto più possibilista. Parti del mondo finanziario e produttivo apertamente sono infatti ormai conquistate dalle opportunità offerte da questo nuovo comparto.

Se in effetti il Bitcoin ha sinora risposto più ad appetiti speculativi, molti progetti varati nel corso degli ultimi anni hanno però fatto intravedere altre potenzialità. Non solo importanti, ma anche collegate al mondo della produzione. In molti settori, infatti, il commercio elettronico sta assumendo una rilevanza sempre maggiore, portandosi dietro la necessità di dare vita a transazioni online.

Larghe fette di potenziali utenti, a loro volta, sono ancora restie ad affidarsi a questa modalità, in quanto temono di essere vittime di raggiri o di rendere note informazioni sensibili, ad esempio quelle relativi ai dati bancari.

Potenziali clienti che potrebbero invece diventare reali ove si riuscisse a fornire loro reali garanzie in tema di sicurezza. Proprio in questo senso si va dunque affermando un legame sempre più stretto tra economia e criptovalute.

Bitcoin truffa: la situazione italiana

Il Bitcoin è una truffa? Le frodi continuano ad essere un corollario estremamente inquietante al trading sul Bitcoin e sulle altre monete virtuali. Al riguardo occorre sottolineare come il nostro Paese continui a segnalarsi per i tentativi di raggirare sprovveduti utenti, con modalità sempre più aggressive messe in campo per aumentare il numero delle potenziali vittime.

Il tutto mentre la CONSOB non sembra intenzionata ad arginare in qualche modo un fenomeno estremamente pericoloso.

Una realtà che rischia di seminare ulteriori inquietudini e di danneggiare l’intero comparto, facendo credere che le monete digitali siano solo una gigantesca bolla speculativa o addirittura un modo per proteggere l’economia illegale.

Come acquistare Bitcoin

Chi sia già entrato nell’ottica di fare trading sulle criptovalute, si porrà sicuramente una domanda: come è possibile acquistare Bitcoin o Altcoin? Per farlo è necessario aprire un account su un exchange, ovvero su uno dei siti online che permettono appunto di procedere all’acquisto dell’asset desiderato.

Va però sottolineato come il possesso diretto del Bitcoin non sia in questo momento molto conveniente. Per avere la possibilità di fare trading con successo, infatti, è necessario scegliere al meglio il timing, ovvero il momento di entrare sul mercato, operazione resa molto complicata dall’alto livello della quotazione, attualmente a cavallo dei 9mila dollari, e dalla estrema volatilità messa in mostra.

Occorre quindi dare vita ad una analisi molto dettagliata che faccia leva sulle prospettive future della divisa e attendere in particolare che essa si trovi in una fase pronunciata di ribasso.

Occorre poi mettere in rilievo i pericoli insiti nel dover conservare le monete acquistate in un wallet, ovvero un portafogli elettronico. Esso deve peraltro essere acquistato e scaricato sul proprio personal computer, operazione che può risultare indigesta alle persone meno esperte di nuove tecnologie.

Proprio per questo motivo ci sentiamo dunque di consigliare l’investimento nel trading di criptovalute mediante CFD, molto meno rischioso e impegnativo.

Trading sui Bitcoin: come funziona

Se vuoi cercare di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal Bitcoin, il nostro consiglio è quello di rivolgerti a uno dei broker che permettono di investire sui CFD. Bastano poche semplici operazioni un minimo dispendio di tempo per inaugurare un account su piattaforme come eToro, ed iniziare a commerciare in monete digitali.

Il funzionamento di questa modalità di trading fa leva sui CFD, acronimo di Contract For Difference, il particolare prodotto finanziario che consente di investire sull’asset sottostante senza essere obbligati a detenerne il possesso.

I CFD presentano una notevole serie di vantaggi, a partire appunto dall’eliminazione delle incombenze relative alla custodia dei Bitcoin o delle Altcoin su cui si è deciso di puntare. In secondo luogo, non necessitano di grandi capitali iniziali, in quanto è possibile usufruire della leva finanziaria, solitamente a 5.

Ancora più notevole il fatto che in questo caso non si guadagna soltanto nella eventualità che l’asset individuato per aprire la propria posizione salga di valore, ma anche nel caso inverso. È cioè possibile aprire posizioni long o short basate su una analisi della situazione e attendere che la propria previsione si realizzi per passare alla cassa.

Trading sui Bitcoin: alcune delle truffe più comuni

Il trading sui Bitcoin è una attività di carattere finanziario. Quindi distinta da un certo livello di rischio, ma comunque in grado di assicurare guadagni a chi sappia operare con un minimo di consapevolezza. Ben altro è il discorso legato alle truffe che continuano a essere messe in campo da chi conta con tutta evidenza sulla credulità popolare.

I tentativi di raggiro sono ancora numerosissimi nel nostro Paese. Per comprenderlo basta osservare le comunicazioni di posta elettronica che ogni giorno ci invitano a partecipare all’affare del millennio, come viene spesso definito il Bitcoin.

Se si intende cercare di approfittare delle possibilità di guadagno offerte dal comparto, la cosa migliore è quindi conoscere i possibili inganni che si celano nelle pieghe della rete. Ad esempio, occorre informarsi preventivamente sugli exchange, ovvero le piattaforme che consentono di acquistare monete virtuali previo versamento di un corrispettivo in soldi reali. Il ricordo di Mt. Gox, fallito nel 2014, è ancora vivido nella mente di chi all’epoca ci ha rimesso i propri soldi per non spingere ad utilizzare prudenza nell’individuazione del cambiavalute.

Occorre poi diffidare delle Catene di Sant’Antonio, ovvero gli schemi Ponzi che anche nel caso delle monete digitali sono stati usati per ingannare ingenui investitori. Il caso più clamoroso in tal senso è quello di OneCoin, una società fantasma indiana. Proprio utilizzando lo schema piramidale è riuscita sino al 2017 a raggirare un gran numero di utenti, incamerando la bella somma di 350 milioni di dollari.

Attenzione alle ICO

Anche le ICO (Initial Coin Offering) sono state usate per dare vita a clamorose truffe, come l’ultima clamorosa che ha visto protagonista involontaria Telegram. La popolare chat che può vantare ad oggi circa 200 milioni di utenti in ogni parte del globo, è stata infatti utilizzata come specchietto per le allodole in una operazione grazie alla quale sono stati raccolti circa 1,7 miliardi di dollari.

Proprio il management di Telegram è stato costretto ad intervenire per chiarire la sua totale estraneità all’ICO di Telegram Open Network, ma intanto un gran numero di persone avevano già perso i loro soldi. Il consiglio da dare in questi frangenti è di studiarsi con attenzione il white paper rilasciato in apertura di ICO. Proprio da esso si può capire la serietà dell’operazione. Anche l’equipe proponente dovrebbe essere sottoposta ad attento monitoraggio, per capire il reale livello dell’operazione.

Conclusioni

Il trading sulle criptovalute non è una truffa, ma può essere occasione per mettere in piedi un raggiro, confidando sull’ingenuità di molte persone. Rappresenta una buona opportunità di guadagno, ma non lo assicura, in linea con tutte le attività finanziarie, le quali comportano sempre un certo livello di rischio.

Si può decidere se acquistare direttamente Bitcoin e Altcoin, oppure non detenere la proprietà fisica della moneta virtuale, bensì investirci tramite i CFD. La seconda modalità è sicuramente preferibile, in quanto comporta una serie di vantaggi di non poco conto. Tra i più evidenti quello relativo al fatto di non dover avere a propria disposizione grandi capitali potendo utilizzare la leva finanziaria.

Nell’uno o nell’altro caso, è però fondamentale informarsi in maniera molto accurata, in modo da capire se sia il caso di investire in cryptocurrency oppure rivolgersi ad altro. Se hai già deciso di investire in CFD su Bitcoin o altre monete virtuali, ad esempio Bitcoin Cash, ti consigliamo senz’altro di rivolgerti a broker affidabili, a partire magari da eToro, il primo in assoluto ad aver aperto le contrattazioni digitalizzate al comparto. Una vera e propria sicurezza in grado di facilitare al massimo l’investimento e di limitarne i rischi in maniìera drastica. Perché non cercare di approfittarne?